Doni liberatori e doni imprigionanti. Il dono in amore.

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“Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona” affermava C.G.Jung.

Donarsi e darsi all’altro ci permette di vivere e di creare un rapporto d’amore equilibrato e reciproco.

Molti di voi a questo punto penseranno: “Io mi dono in tutto e per tutto, mentre lui no!”

Il dono è ambivalente, infatti i latini usavano due parole diverse per indicarlo: Donum e Munus.
Il Donum è il dono che libera, il Munus è il dono che ci costringe e ci impone un dovere.
La differenziazione tra i due doni è molto sottile e personale. Ad esempio per alcuni il donarsi all’altro come “padre accudente” potrebbe essere una costrizione piuttosto che una liberazione.

Il dono in una relazione deve essere liberatorio, e ci deve trasportare al di là dei nostri confini.

“Il dono è al tempo stesso un atto di libertà e di costrizione” (Berthoud)

Dobbiamo stare molto attenti a ciò che doniamo in amore, infatti quello che noi percepiamo come dono potrebbe essere vissuto come una costrizione e un imprigionamento da parte dell’altro.
Per non far cadere l’altro nei labirinti del dono possiamo chiederci: “cosa vuole l’altro?”, oppure “cosa posso fare io per l’altro?”. Spesso le relazioni nascono in momenti in cui non sappiamo nulla di noi stessi e con il tempo, imparando a conoscerci, capiamo che la relazione non è fatta per noi.

La relazione con l’altro deve partire sempre da una conoscenza e da una ricerca di se stessi.

Non posso donare se non mi conosco.

Ad esempio non posso donare all’altro la mia parte “dolce”, se in me non esiste una parte “dolce”. Questa sarebbe una finzione e l’amore non vive di finzioni.

“L’eccellenza di un dono sta nella sua adeguatezza, piuttosto che nel suo valore.”
(Charles Dudley Warner)

Allo stesso modo non posso donare il mio amore se non conosco il mio modo di amare.

Ognuo di noi ha un modo particolare di amare e quindi di donarsi.

Dobbiamo compiere un percorso personale per trovare e capire il nostro modo di amare l’altro, perché non possiamo donare ciò che non abbiamo. In questo modo possiamo trovare l’altro predisposto a ricevere il nostro dono, ed instaurare così una relazione senza trappole.

Amiamo attraverso il dono.

“Chi ama dà la propria gioia, il proprio interesse, il proprio umorismo, magari la propria tristezza, comunque manifestazioni di ciò che è vitale in lui.
Se l’amore si esprime così allora “produce” la relazione e genera reciprocità: “dare” significa fare anche dell’altra persona un essere che dà ed entrambi dividono la gioia di sentirsi vivi. Quindi l’amore maturo è una forza che produce amore.” (Erich Fromm)

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